Zuway (VZB, ZUW)

I villaggi1 Zuway Batu (VZB), Zuway Hiv (ZUW) e Suore Salesiane Zuway (SSZ) si trovano tutti nella stessa località: Zuway.

Chiamata anche Zuai, o Batu in oromo, è una cittadina sulle sponde dell’omonimo lago nell’Etiopia centrale, circa 166 km a sud della capitale etiope. È situata sulla strada che collega Addis Abeba a Nairobi, capitale del Kenya, nella Zona East Shewa della regione Oromia. Zuway costituisce un distretto a statuto speciale.

Amministrativamente l’Etiopia è uno stato federale suddiviso in dieci stati regionali (o regioni) e due città autonome, Addis Abeba e Dire Daua. Gli stati regionali, politicamente autonomi, sono a loro volta divisi in zone, le zone in distretti (woreda) e i distretti in quartieri (kebele). Le regioni, costituite su base etnica e linguistica, variano enormemente per area e popolazione. La regione Sidama è stata istituita il 18 giugno 2020 a seguito di un referendum a favore di una maggiore autonomia, tenutosi nell’ex zona Sidama, allora appartenente alla regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud.

Sulla base del censimento nazionale del 2007, Zuway ha una popolazione di 43.660 abitanti.
Dal punto di vista confessionale la maggior parte degli abitanti osserva il cristianesimo ortodosso etiope (51,04%), il 24,69% della popolazione è musulmana, lo 0,42% pratica credenze tradizionali e il 22,07% della popolazione è protestante (2007). Zuway, e in particolare la Zona East Shewa alla quale la cittadina appartiene, rispecchia la pluralità etnica che caratterizza il Paese nel suo complesso. I gruppi etnici più numerosi sono gli Oromo (74,06%), gli Amara (15,39%) e i Gurage (3,82%). L’oromiffa è la prima lingua parlata dal 69,15% della popolazione, l’amarico, lingua ufficiale dell’Etiopia, è utilizzato dal 24,29% e la lingua guragigna dal 2,64% della popolazione.

Economia

Fino a una quindicina di anni fa l'economia di Zuway, all’epoca piccolo villaggio di pescatori, si basava su piccoli appezzamenti coltivati a ortaggi, che insieme alla pesca garantivano la sussistenza della popolazione locale.

Nei primi anni del 2000 gli investimenti della Sher, compagnia olandese leader mondiale del commercio di fiori, ha stravolto l’intero contesto socio-economico e ambientale. 34 capannoni su 600 ettari e 15mila operai pagati a meno di un euro al giorno sono i numeri che hanno contribuito a collocare l’Etiopia tra i principali produttori mondiali di fiori destinati al mercato estero.

Il prezzo di questo “sviluppo” è però caro: operai costretti a lavorare in ambienti insalubri per pochi centesimi al giorno, il prosciugamento del lago, la diminuzione del pescato per l’inquinamento, e le conseguenze sull’intero ecosistema dovuto all’uso massiccio di sostanze chimiche. Un prezzo ancor più caro se la Sher e altre compagnie dovessero lasciare Zuway, come avvenuto a Naivasha, in Kenya, a causa delle denunce di alcune organizzazioni ambientaliste e di tutela dei diritti umani.

Il lago resta ancora una meta turistica per le sue bellezze naturalistiche. La sua superficie (400 mq) è la più estesa dei cinque laghi che occupano la parte settentrionale della Rift Valley ed è punteggiata da 5 isole che conservano chiese di età medioevale e un monastero. Gli abitanti delle isole, che da secoli praticano la coltivazione a terrazze, parlano una propria lingua.

Viaggio del 20 - 23 aprile 2019

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L’adozione a distanza ad Zuway

A Zuway il progetto di adozione a distanza è organizzato in due villaggi: Zuway Batu e Zuway HIV. I bambini provengono da Zuway e anche da altri distretti o cittadine limitrofe (come Adami Tulu, Bulbula e altre).

La gestione di Zuway Batu (codice VZB) e Zuw HIV (codice ZUW) è affidata al nostro staff locale che periodicamente si reca a Zuway per monitorare il progetto e incontrare i bambini. In questa occasione i nostri collaboratori ne constatano le condizioni, il permanere dello stato di necessità, verificano i dati e scattano una foto.

La nascita del villaggio Zuw HIV è successiva a quella di Zuway Batu: nel 2014 è stato deciso di sostenere bambini particolarmente vulnerabili destinando un contributo più elevato rispetto a quello previsto per i bambini di altri villaggi. Si tratta infatti di bambini disabili, affetti da malattie e alcuni sieropositivi che quindi hanno maggiori necessità.

1 – Il termine “villaggio” da noi utilizzato per comodità, non è sempre riconducibile a un vero e proprio centro abitato: spesso identifica una città (ad esempio, Addis Abeba, Mugi, Wolkitè), in altri casi è riferito a una zona, un quartiere o una vasta area geografica, come nel caso di Dawro Konta.