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Importante appello del Presidente Roberto Rabattoni

La fame uccide in Etiopia, oggi più di prima!


Per favore leggete questo importante appello: la fame uccide in Etiopia, oggi più di prima!
(testimonianza del Presidente Roberto Rabattoni e di Giovanna Minoggio)

Anche questo 2021 si sta presentando come un altro anno difficilissimo per l’Etiopia, già provata duramente da uno spietato 2020.

Le previsioni sono tutte negative, lo dicono in molti, ma soprattutto lo si capisce dalle tante richieste di aiuto che ci stanno arrivando ogni giorno dalle centinaia di migliaia di poveri che da ogni parte dell’Etiopia chiedono cibo.
Grazie al vostro aiuto lo scorso anno e all’inizio dell’anno in corso, abbiamo potuto comperare 70.000 quintali di generi alimentari (mais, farina per il pane, biscotti per denutriti, latte in polvere, legumi) con i quali oltre 1.500.000 persone sono state salvate dalla morte: di questo continueremo a ringraziarvi perché senza di voi non avremmo potuto fare nulla. Grazie a Dio e grazie a voi tutti.

In questi primi mesi dell’anno le piccole piogge sono in ritardo e si teme una catastrofe di morte. I campi sono stati arati e i contadini aspettano solo la pioggia per la semina, ma la pioggia non sta arrivando e si susseguono giornate calde e afose. Se dovesse iniziare a piovere i raccolti agricoli sarebbero disponibili soltanto dopo tre mesi e sarebbe comunque molto tardi perché già ora si annoverano numerosissimi morti per fame.

Nei villaggi fatti di tukul di paglia e fango, nell’entroterra di Mokonissa, a circa 10 km dalla località di Buge, la campagna è completamente secca. Il capo dei kebele di questo Woreda ed il padre diocesano della parrocchia di Ofa, ci indicano la strada per raggiungere le capanne più sperdute abitate dalle famiglie più povere al fine di inserire i loro bambini nel progetto Adozione a distanza. Lo scenario che si offre a noi è di un generalizzato stato di profondo bisogno dove non esistono delle differenze di condizioni tra un nucleo familiare e l’altro: tutte le famiglie vertono in condizioni gravissime, sono prive di tutto, dal cibo, all’acqua, al vestiario. Entriamo in un tukul ed una mamma racconta di non aver mangiato nulla dal giorno precedente, se non una bevanda ottenuta dalla bollitura della scorza del chicco del caffè, e di averne dato anche al proprio figlio di 4 anni in evidente stato di malnutrizione. I segni che contraddistinguono i bimbi denutriti sono il gonfiore, non solo della pancia ma di tutto il corpo: la loro pelle diventa tirata da un rigonfiamento generale anche sulle guance del viso che fanno sembrare i bambini apparentemente in carne. Dopo alcuni giorni in queste condizioni segue uno “sgonfiamento” del corpo e la pelle dei piccoli aderisce alle ossa degli arti mostrando il corpicino provato e vuoto. Inoltre, questi bambini in evidente stato avanzato di denutrizione hanno un sistema immunitario compromesso e contraggono con estrema facilità la malaria, il tifo e la tubercolosi che aggrava il loro stato di salute. Di bambini in tali condizioni ce ne sono purtroppo moltissimi nascosti nell’afosa savana e stanno morendo tutti i giorni insieme anche agli adulti più vulnerabili e agli anziani, ridotti anch’essi allo stremo dall’assenza di cibo.

Constatato la gravità della situazione abbiamo subito comunicato a pressoché tutte le mamme ed ai papà incontrati di portare i propri figli presso la chiesa di Ofa, distante alcuni minuti a piedi, dove ci saremmo posizionati nel pomeriggio per effettuare le iscrizioni dei bimbi al progetto Adozione a distanza. Tutti coloro che avevamo avvisato al mattino sono arrivati all’appuntamento ed in aggiunta sono giunte numerose altre mamme con i loro piccoli avvertiti dal tam tam del passaparola. Centinaia di persone si sono radunate in poche ore nel cortile della cappella e le operazioni di iscrizioni sono state difficoltose a causa dell’affollamento.

I bambini in stato di evidente denutrizione sono invece stati subito trasportati con urgenza con le loro mamme, verso l’ambulatorio pubblico di Buge, percorrendo una strada sterrata per circa una mezz’ora di tragitto. Abbiamo cercato di fare salire più persone possibili sui due fuoristrada con cui eravamo venuti, tanto che complessivamente siamo riusciti a trasportare circa 20 persone in totale, tra genitori e figli, letteralmente stipati negli abitacoli dei mezzi, felicissimi di aver avuto la possibilità di poter salire, vale a dire per loro una preziosa opportunità di speranza e di vita… è stato difficoltoso contenere la ressa che si era creata attorno poiché tutti avrebbero voluto un posto per venire con noi. L’ospedale pubblico di Buge purtroppo però non ha potuto accogliere i piccoli poiché ci hanno risposto che non erano disponibili alimenti e medicine (gli ospedali sono spesso privi di farmaci) ed abbiamo quindi deciso di trasferirli all’ambulatorio di Mokonissa, gestito dalle suore dell’orine di Sant’Anna, che offrono il loro servizio sanitario facendo del loro meglio per affrontare i grandi problemi della popolazione del luogo. Si sono specializzate nell’assistenza dei bambini a rischio-vita fornendo loro la nutrizione necessaria a riportarli in una condizione di normalità. Appena giunti le suore hanno subito dunque predisposto le camere per l’accoglienza delle mamme e dei loro piccoli, tra cui un papà con problemi mentali che teneva in braccio con grande affetto il piccolo di nome Natnael. Scesi dalle auto tutti sono stati fatti sedere all’ombra di un albero e sono stati loro subito distribuiti acqua, latte e biscotti specifici per bimbi denutriti e tutti hanno mangiato con vigore tranne i bimbi più in difficoltà, che probabilmente perché non ingerivano da giorni del cibo, non riuscivano nemmeno a deglutire. Le mamme dopo alcuni giorni di ricovero presso la clinica chiedevano di poter tornare a casa perché lì avevano lasciato altri figli, anch’essi affamati, ed erano preoccupate per la loro vita. Terminato il periodo di alimentazione regolare e di cure mediche le mamme sono ritornate quindi alle loro case ed è stata consegnata a ciascuna di loro una somma di denaro necessaria a provvedere il cibo per tutta la famiglia. Ciò le ha rasserenate poiché hanno ricevuto i soldi necessari per sopperire alla difficile situazione che avrebbero ritrovato una volta tornate a casa. È stato davvero emozionante vederle inginocchiate a ringraziare con le mani alzate al cielo, con abbondanti preghiere e benedizioni, tutti, anche lei che sta leggendo, per quanto avevano ricevuto grazie alle donazioni che sono giunte dai benefattori.

Gli alimenti (latte, biscotti ma anche verdure, legumi e uova per alimentare i bambini più grandi e le loro mamme) ed anche le medicine che sono state somministrate ai bambini, sono stati acquistati dal Cae grazie alle donazioni che ci avete inviato tramite l'iniziativa di raccolta fondi "Emergenza fame". Grazie al vostro aiuto questi bambini hanno ricevuto il nutrimento e l’assistenza medica necessaria per affrontare e superare il loro stato di denutrizione: grazie, grazie e ancora grazie per quello che avete fatto!

Oggi abbiamo acquistato ancora 500 scatoloni di biscotti per denutriti e altri 3.500 quintali di mais che si aggiungono alle altre centinaia di quintali acquistate nei giorni scorsi ed alle forniture di medicinali che abbiamo finanziato per rifornire i numerosi ambulatori sprovvisti di farmaci, che non dispongono dei fondi necessari per acquistarli, anche a prezzi agevolati presso le fabbriche farmaceutiche.

Ma vogliamo fare ancora molto con una nuova iniziativa che stiamo ora lanciando e che chiameremo EMERGENZA DENUTRITI per dare aiuto immediato a tutti le migliaia di bambini che stanno ancora aspettando un aiuto urgente.

Alla denutrizione non c’è via di ritorno, se non si interviene in tempo ed immediatamente, essa porta gradatamente alla morte. Non dimenticheremo mai, Elena, ribattezzata la “Figlia della fame”, la bimba trovata accovacciata a terra in gravissime condizioni ormai ridotta allo stremo ed accolta poi presso il centro accoglienza San Giovanni Paolo II di Areka, dove è vissuta per circa 4 anni fino al momento in cui il Signore l’ha voluta con sé. La denutrizione le ha compromesso l’uso degli arti, non è stato più possibile raddrizzarle le gambe. Ha vissuto in uno stato vegetativo, la vista era compromessa e l’attività cerebrale fortemente limitata, in quanto appunto, trovata quando ormai la denutrizione aveva lasciato segni indelebili su di lei.

Adesso è un periodo molto difficile per il mondo, il Coronavirus ha cambiato completamente le nostre abitudini, ci sta spaventando, sta portando tanta sofferenza e sta uccidendo. Chi è sopravvissuto al covid racconta gli orribili momenti vissuti in terapia intensiva durante i giorni delle somministrazioni di ossigeno, esperienza che ha segnato profondamente molte persone, per non parlare della sofferenza provata da tutti coloro che hanno perso i loro cari in ospedale, senza poter dar loro un ultimo saluto.

Il covid sta aumentando vertiginosamente anche qui in Etiopia ed abbiamo paura perché, nelle sue peggiori manifestazioni è mortale, molto di più della malaria o del tifo. Le misure per il contenimento del contagio sono minime, le mascherine scarseggiano, l’ossigeno esaurito, accedere ad un posto letto in terapia intensiva, presenti solo nella capitale Addis Abeba, è praticamente impossibile.

Ma ciò che fa più paura, per la maggioranza della popolazione e che è ancora la prima causa di morte in questo Paese, ma anche in tutto il resto dell’Africa, è la fame, e continueremo a dirlo.

La fame distrugge la vita. Tutti questi bambini, con lo sguardo fisso davanti a sé con gli occhi sbarrati ed immobilizzati, senza alcuna forza nel loro corpo, a fianco dei loro genitori impotenti, attendono la fine, una fine che giunge gradatamente dopo giorni di stenti verso lo spegnimento della vita. Ma nonostante questo, alla domanda in lingua amarico “Cigr alle?” che significa “C’è un problema?” loro rispondono sempre, finché permane un filo di voce, “Cigr yelem” ovvero “Non c’è problema”, sebbene siano vicini a morte certa.

Chiediamo a tutti voi, dunque, di fare una riflessione su queste morti. Ci viene da chiedere spontaneamente al Signore “Perché, perché oggi nel 2021 dobbiamo vedere queste cose? Che colpa hanno questi bambini per meritare una sofferenza come questa, solo perché nati in questa parte del mondo?” Il Signore ci risponderebbe di condividere quello che abbiamo con chi non ha. Sul pianeta terra c’è cibo per tutti e la condivisione a parole è facile, ma diventa difficile da applicare con i fatti. Nel mondo occidentale la nostra società possiede tutto, troppo, i supermercati ci offrono migliaia di prodotti, le nostre case sono colme di cose, i nostri pasti sono ricchissimi e molte sono le persone in sovrappeso, i nostri figli possono avere pressoché tutto e mangiare tre, quattro volte a giorno anche cibi superflui, mentre i loro coetanei in Etiopia non hanno di che mangiare per giorni…

Per sconfiggere la fame non serve la ricerca scientifica, non serve un vaccino, servono tanti piccoli gesti di Amore che tutti siamo chiamati a fare a favore dei poveri. “I poveri saranno sempre con voi” ci ha detto il Signore ed abbiamo quindi un grande impegno da portare avanti ed in cambio proveremo la vera gioia, quella che il mondo non ci offre, ma che arriva solo da Dio e dall’Amore per il prossimo.

Conviene quindi fare una piccola rinuncia, subito, oggi, ora: doniamo, insieme possiamo fare tantissimo!

Ma non donate solo a noi, donate a tutti coloro che si occupano dei poveri, l’intera Africa sta soffrendo, non solo l’Etiopia. L’importante è che ciascuno faccia una piccola parte perché il più grande crimine che esiste sul pianeta è la fame. Se riflettiamo bene, purtroppo troppo spesso, pensiamo solo a noi stessi e siamo malati di egoismo, il virus più duro da debellare al mondo. Quante volte pensiamo al nostro avvenire e a predisporre tutto il possibile al fine di salvaguardare la nostra persona e la nostra sicurezza. Ma il nostro futuro lo dobbiamo vedere nell’ottica del dono di noi stessi per gli altri, nostro Signore aspetta solo di aiutarci in questo, continuamente bussa al nostro cuore e alla nostra coscienza, vuole che ci sentiamo tutti fratelli che ci aiutiamo gli uni con gli altri.

La sofferenza dei bambini dipende anche da noi perché con la nostra decisione di fare o meno un atto di Amore, possiamo farli vivere o lasciarli morire. Usiamo forse un’espressione forte, ma se non facciamo qualcosa per loro avendone le possibilità, saremo colpevole e complici di un crimine contro questi bambini sofferenti.

Vi chiediamo dunque ancora aiuto ed è per noi doveroso farlo avendo visto direttamente ciò che la fame sta facendo qui e sapendo che una soluzione c’è e che dipende dal nostro impegno. Non si tratta di un impegno finanziario grande, ognuno può donare ciò che può, con il risultato che contribuirà a salvare la vita a un bambino.

Ci auguriamo in occasione di questa Santa Pasqua di ricevere tante testimonianze di Amore: oggi è Venerdì Santo e vi stiamo scrivendo nel giorno in cui Gesù Cristo è morto in croce. Lui ha dato la vita per noi e per la nostra salvezza e noi possiamo ricompensare il suo atto di Amore verso di noi con tanti piccoli gesti di Amore verso questi fratelli e sorelle destinati a morire. Sarà una Pasqua di gioia vera e nel pranzo di mezzogiorno di questa santa giornata in cui il Signore ci colma di grazie, quando sarete riuniti in famiglia, penserete a ciò che avete fatto, piccolo gesto per voi ma grandissimo, grandissimo, grandissimo per loro perché troveranno qualcosa da mangiare per più giorni. Pensate a questo e vedrete che felicità vi donerà il Signore che vi ricompenserà immediatamente centro volte tanto nelle forme che avrete bisogno!

DONATE con causale EMERGENZA DENUTRITI

Ma se vorrete garantire un aiuto continuativo a questi bambini potrete fare di più con l’avvio di un’Adozione a distanza è il più importante progetto che abbiamo mai realizzato sul quale le famiglie dei bambini fanno molto affidamento perché dona la continuità dell’aiuto nel tempo. Sono prossime le elezioni amministrative in Etiopia ed i politici si stanno impegnando per trovare delle soluzioni adeguate ad assicurare il futuro al Paese, un futuro che pare già compromesso dalla crisi alimentare, che il cambiamento climatico ha causato, dal conflitto nella regione del Tigray, dalla crisi economica generata dal Coronavirus che ha causato un’inflazione esagerata sui generi di prima necessità e sui materiali di consumo con rincari del 100%.

Quale sarà il futuro dei bambini? L’Adozione a distanza è una soluzione che continuiamo a proporre una forma di solidarietà efficace che in precedenza, dicevamo, aiuta a crescere un bimbo, ma ora non più, ora salva letteralmente la sua vita! E sarà una gioia vedere le fotografie del bimbo ogni anno ed accompagnarlo nella crescita nel difficile contesto che l’Etiopia sta attraversando. E sta partendo anche una nuova forma di sostegno, quello ad un nucleo famigliare ed abbiamo già avuto già alcune adesioni, tra cui quella a sostegno di una famiglia numerosa di 8 componenti con la donazione annuale di 700 euro portata avanti dal gruppo volontari di Benevento, guidati dal dottor Domenico Simeone che ha aderito alla proposta.

Facciamo tutto il possibile anche per aiutare voi ed a questo fine ogni giorno 130 Santi Rosari e 170 Coroncine della Divina Misericordia vengono recitati e celebrate Sante Messe per tutti i nostri benefattori dai bambini dei nostri centri di accoglienza. E’ l’unica cosa che possiamo fare per voi e lo facciamo sempre perché la preghiera è la chiave di tutto, è molto importante! Il nostro mondo prega poco e perciò sta andando male anche dal punto di vista ambientale con la lenta e inesorabile distruzione del pianeta.

Tra due giorni il Signore risorgerà e sarà un momento di grandi grazie. Vi auguriamo ogni bene e che ciascuno ottenga dal Signore cui ha bisogno per risolvere i propri problemi (malattia, lavoro, situazioni familiari difficili).

Con immensa gratitudine per quanto avete fatto e per quanto potrete fare ancora, vi ringraziamo e vi auguriamo una Buona Santa Pasqua, che il Signore risorto illumini le vostre vite e vi preservi dal male Maria Santissima vi accompagni ogni giorno.

In Etiopia i nostri bambini, i poveri, le mamme, continuano a pregare per voi.

Buona Santa Pasqua di cuore!

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